Vorrei porre
l'attenzione sulle dichiarazioni del Presidente CAO, Dott. Giuseppe Renzo, al chiarimento, non “parere”, espresso da
Dott. Leonardi sull'apertura degli studi privati per gli igienisti dentali.
Mi chiedo: come mai
gli ortopedici ed i fisiatri non si pongono problemi verso l'apertura degli studi di podologia? Come mai i fisiatri e gli
ortopedici o i medici generici non creano problemi verso i fisioterapisti?
Sicuramente non è,
come si vuol far credere da parte della CAO, la salute del paziente l’obbiettivo
primo, perché è sotto gli occhi di tutti che la priorità non è certamente questa,
bensì una presa di posizione assolutamente anacronistica e conservatrice ed in
linea con una sempre più evidente crisi del settore odontoiatrico Una posizione
lobbistica che nuoce alla centralità del paziente e procura solo ed
esclusivamente un inasprirsi di posizioni che dovrebbero, al contrario,
collaborare e fare team nel rispetto delle competenze, mettendo al centro delle
proprie scelte la salute del paziente.
In molti studi
odontoiatrici si pratica l'igiene e la prevenzione e purtroppo, spesso, fatta
da personale non laureato…è questa la centralità del paziente? Perché non
entrare nell’ottica che, come per fisioterapisti, Il medico invia a fare
fisioterapia un paziente nello studio privato di un laureato in fisioterapia?
Mi verrebbe da rispondere
come il Presidente IPASVI, Senatrice Silvestro:
Medici in crisi ci
oppongono un veto; "penso che i medici vogliono bloccare il documento
sulle competenze (degli infermieri) ed esercitare un veto. Ma io (parla la Silvestro) non riconosco il loro
diritto di veto. Una professione
sanitaria per quanto importane non può assumere comportamenti del genere ad
alcun titolo".
Rispondo comunque
alle domande del Dott. Renzi, anche se sono evidentemente pretestuose:
Domande:
· Chi prenderebbe in carico
il paziente?
· Chi effettuerebbe la prima
visita, l'anamnesi e la diagnosi?
· Chi prescriverebbe la
terapia?
· Chi verificherebbe
l'adeguatezza delle terapie in relazione alla remissione della patologia per la
quale si era indicata quella particolare terapia?
· E, infine, chi si
assumerebbe i profili di responsabilità nel senso di elemento di garanzia nei
confronti del paziente?
Risposte
·
L’odontoiatra prende in carico il
paziente per ciò che che riguarda la diagnosi (atto legalmente odontoiatrico). L’igienista lo prende in carico per
ciò che compete la sua professione (prevenzione, stili di vita, promuovere
e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse del cavo orale anche attraverso la
terapia non chirurgica)
·
La prima visita odontoiatrica è a carico
sempre dal medico/odontoiatra, ma la
visita e la diagnosi igienica è a carico dell’igienista dentale, che ne
risponde civilmente e penalmente
·
La terapia medica certamente
l’odontoiatra; la terapia igienica certamente l’igienista!
·
L’igienista in prima istanza, perché è
un professionista a tutti gli effetti, in seconda istanza il medico al quale
viene rinviato per procedere nelle terapie di competenza odontoiatrica (come
avviene per fisioterapisti, podologi, dietisti…..o infermieri)
·
I profili di responsabilità vengono
presi in carico, nel senso di garanzia nei confronti del paziente, dall’igienista per ciò che compete la
propria professione, dall’odontoiatra per ciò che è di sua competenza!
All’affermazione del
Dott. Renzi; “non
è pensabile, per il bene del paziente, che l'igienista dentale possa operare
senza la presenza, anche se non diretta, del dentista. Non solo non è pensabile
ma non è neppure gestibile.” Perché tutto ciò è possibile per i fisioterapisti
e i podologi e per gli igienisti no? dov’è il problema? Abbiamo già molti studi
privati sul territorio che operano in modo responsabile e in perfetta armonia
con alcuni odontoiatri i quali preferiscono,
invece di avere un collaboratore in studio (sul quale non guadagna nulla)
preferisce inviare il paziente uno studio d’igiene e collaborare con un
professionista serio e preparato con il quale si confronta serenamente!
Ultima domanda
posta dal Dott. Renzi: “Se poi durante la seduta d’igiene capita un problema che
l'igienista non può risolvere - in quanto la prestazione necessaria non può che
essere eseguita dal dentista- si dovrà mandare il paziente nuovamente dal
dentista per la cura.
·
Certo, l’igienista si deve attenere alle sue competenze.
E’ evidente che la terapia odontoiatrica deve essere eseguita dall’odontoiatra
che ha eseguito la diagnosi. Perché si può pensare che il fisioterapista o il
podologo si prendano in carico la terapia medica? E se insorgono dei problemi
ognuno dei professionisti se ne farà carico, civilmente e penalmente, a seconda
delle proprie responsabilità!
“Il team odontoiatrico è certamente composto da
professionisti che con le loro specificità concorrono alla cura e riabilitazione
del paziente” (parole del Dott. Renzi”) ma perché solo nella stessa
struttura e non in strutture separate? Non è assolutamente vero che
l’odontoiatra è l’unico responsabile della salute del paziente, come afferma il
Dott. Renzi. Lo è per ciò che gli compete (nella diagnosi cura e
riabilitazione) ma per ciò che riguarda l’igiene orale, se demandata ad un
libero professionista (non un dipendente) il responsabile è l’igienista dentale
che lo ha preso in carico, come per tutti i liberi professionisti! Assumendosene
tutte le responsabilità!
Concludo: Come
ha scritto il Ministro Lorenzin: "Le
malattie del cavo orale, associate in taluni casi ad una scarsa igiene orale,
ad una alimentazione non corretta, a stili di vita non salutari influiscono
negativamente sulla qualità di vita di ciascun
individuo, intervenendo, altresì, in maniera negativa su importanti aspetti
relazionali e di autostima. Per questo motivo il Ministro ricorda come sia
importante "promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse del cavo orale, al fine di evitare
l'insorgenza di situazioni cliniche che comportano menomazioni psico-fisiche
invalidanti in maniera permanente. Anche perché è una consapevolezza oramai
consolidata che lo prevenzione rappresenta una misura
irrinunciabile in termini di efficacia. Inoltre, in considerazione del fatto
che diversi fattori di rischio per le malattie del cavo orale sono comuni ad
altre malattie cronico-degenerative, occorre convergere sul fatto che qualsiasi
misura di prevenzione messa in atto debba essere
considerata come misura più ampia di promozione della salute globale
dell'individuo".
Questo appartiene al nostro profilo professionale…è di questo che gli
odontoiatri hanno timore, in tempo di crisi?
Irene Riccitelli Guarrella
Past Presidente Europeo
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