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domenica 24 novembre 2013

Considerazioni per la CAO su apertura studi d'igiene

Vorrei porre l'attenzione sulle dichiarazioni del Presidente CAO, Dott. Giuseppe Renzo, al chiarimento, non “parere”, espresso da Dott. Leonardi sull'apertura degli studi privati per gli igienisti dentali.

Mi chiedo: come mai gli ortopedici ed i fisiatri non si pongono problemi verso l'apertura degli studi  di podologia? Come mai i fisiatri e gli ortopedici o i medici generici non creano problemi verso i fisioterapisti?
Sicuramente non è, come si vuol far credere da parte della CAO, la salute del paziente l’obbiettivo primo, perché è sotto gli occhi di tutti che la priorità non è certamente questa, bensì una presa di posizione assolutamente anacronistica e conservatrice ed in linea con una sempre più evidente crisi del settore odontoiatrico Una posizione lobbistica che nuoce alla centralità del paziente e procura solo ed esclusivamente un inasprirsi di posizioni che dovrebbero, al contrario, collaborare e fare team nel rispetto delle competenze, mettendo al centro delle proprie scelte la salute del paziente.
In molti studi odontoiatrici si pratica l'igiene e la prevenzione e purtroppo, spesso, fatta da personale non laureato…è questa la centralità del paziente? Perché non entrare nell’ottica che, come per fisioterapisti, Il medico invia a fare fisioterapia un paziente nello studio privato di un laureato in fisioterapia?
Mi verrebbe da rispondere come il Presidente IPASVI, Senatrice Silvestro:
Medici in crisi ci oppongono un veto; "penso che i medici vogliono bloccare il documento sulle competenze (degli infermieri) ed esercitare un veto. Ma io (parla la Silvestro) non riconosco il loro diritto di veto. Una professione sanitaria per quanto importane non può assumere comportamenti del genere ad alcun titolo".
Rispondo comunque alle domande del Dott. Renzi, anche se sono evidentemente pretestuose:
Domande:
·       Chi prenderebbe in carico il paziente?
·       Chi effettuerebbe la prima visita, l'anamnesi e la diagnosi?
·       Chi prescriverebbe la terapia?
·       Chi verificherebbe l'adeguatezza delle terapie in relazione alla remissione della patologia per la quale si era indicata quella particolare terapia?
·       E, infine, chi si assumerebbe i profili di responsabilità nel senso di elemento di garanzia nei confronti del paziente?
Risposte
·       L’odontoiatra prende in carico il paziente per ciò che che riguarda la diagnosi (atto legalmente odontoiatrico). L’igienista lo prende in carico per ciò che compete la sua professione (prevenzione, stili di vita, promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse del cavo orale anche attraverso la terapia non chirurgica)
·       La prima visita odontoiatrica è a carico sempre dal medico/odontoiatra, ma la visita e la diagnosi igienica è a carico dell’igienista dentale, che ne risponde civilmente e penalmente
·       La terapia medica certamente l’odontoiatra; la terapia igienica certamente l’igienista!
·       L’igienista in prima istanza, perché è un professionista a tutti gli effetti, in seconda istanza il medico al quale viene rinviato per procedere nelle terapie di competenza odontoiatrica (come avviene per fisioterapisti, podologi, dietisti…..o infermieri)
·       I profili di responsabilità vengono presi in carico, nel senso di garanzia nei confronti del paziente, dall’igienista per ciò che compete la propria professione, dall’odontoiatra per ciò che è di sua competenza!
All’affermazione del Dott. Renzi; “non è pensabile, per il bene del paziente, che l'igienista dentale possa operare senza la presenza, anche se non diretta, del dentista. Non solo non è pensabile ma non è neppure gestibile.”  Perché tutto ciò è possibile per i fisioterapisti e i podologi e per gli igienisti no? dov’è il problema? Abbiamo già molti studi privati sul territorio che operano in modo responsabile e in perfetta armonia con alcuni odontoiatri i quali  preferiscono, invece di avere un collaboratore in studio (sul quale non guadagna nulla) preferisce inviare il paziente uno studio d’igiene e collaborare con un professionista serio e preparato con il quale si confronta serenamente!
Ultima domanda posta dal Dott. Renzi: “Se poi durante la seduta d’igiene capita un problema che l'igienista non può risolvere - in quanto la prestazione necessaria non può che essere eseguita dal dentista- si dovrà mandare il paziente nuovamente dal dentista per la cura.
·       Certo, l’igienista si deve attenere alle sue competenze. E’ evidente che la terapia odontoiatrica deve essere eseguita dall’odontoiatra che ha eseguito la diagnosi. Perché si può pensare che il fisioterapista o il podologo si prendano in carico la terapia medica? E se insorgono dei problemi ognuno dei professionisti se ne farà carico, civilmente e penalmente, a seconda delle proprie responsabilità!
Il team odontoiatrico è certamente composto da professionisti che con le loro specificità concorrono alla cura e riabilitazione del paziente” (parole del Dott. Renzi”) ma perché solo nella stessa struttura e non in strutture separate? Non è assolutamente vero che l’odontoiatra è l’unico responsabile della salute del paziente, come afferma il Dott. Renzi. Lo è per ciò che gli compete (nella diagnosi cura e riabilitazione) ma per ciò che riguarda l’igiene orale, se demandata ad un libero professionista (non un dipendente) il responsabile è l’igienista dentale che lo ha preso in carico, come per tutti i liberi professionisti! Assumendosene tutte le responsabilità!
Concludo:  Come ha scritto il Ministro Lorenzin: "Le malattie del cavo orale, associate in taluni casi ad una scarsa igiene orale, ad una alimentazione non corretta, a stili di vita non salutari influiscono negativamente sulla qualità di vita di ciascun individuo, intervenendo, altresì, in maniera negativa su importanti aspetti relazionali e di autostima. Per questo motivo il Ministro ricorda come sia importante "promuovere e favorire programmi di prevenzione e cura delle patologie più diffuse del cavo orale, al fine di evitare l'insorgenza di situazioni cliniche che comportano menomazioni psico-fisiche invalidanti in maniera permanente. Anche perché è una consapevolezza oramai consolidata che lo prevenzione rappresenta una misura irrinunciabile in termini di efficacia. Inoltre, in considerazione del fatto che diversi fattori di rischio per le malattie del cavo orale sono comuni ad altre malattie cronico-degenerative, occorre convergere sul fatto che qualsiasi misura di prevenzione messa in atto debba essere considerata come misura più ampia di promozione della salute globale dell'individuo".
Questo appartiene al nostro profilo professionale…è di questo che gli odontoiatri hanno timore, in tempo di crisi?

Irene Riccitelli Guarrella
Past Presidente Europeo

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