DA ANDI NEWS
Studio autonomo di igiene orale, ANDI è contraria e lo
motiva agli Igienisti ed al Ministero
ANDI contesta il parere del Ministero della Salute, reso
pubblico la scorsa settimana(vedi allegato), che ritiene compatibile con
la legislazione vigente la possibilità per un igienista dentale di aprire un
proprio studio professionale autonomo ed esercitare senza la presenza
dell’odontoiatria. Anche se non può operare senza l’indicazione da parte del
dentista.
“Un parere non accettabile e infondato - dice
il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada - contro il quale
presenteremo le nostre valutazioni legali per arrivare, finalmente, ad un
pronunciamento che faccia chiarezza su una questione che per noi è fin troppo
chiara:l’igienista dentale è una componente importante del team odontoiatrico
ma non può esercitare la professione in uno studio dove non sia presente
l’odontoiatra”.
Prima della seduta di igiene e dell’eventuale intervento
dell’igienista dentale, sempre che l’odontoiatra non decida di eseguire
personalmente la prestazione, il paziente deve essere sottoposto ad una visita
preventiva ed una anamnesi poi l’odontoiatra prende in carico il paziente per
la cura e definisce il piano di trattamento nel quale, se ritenuto necessario,
“indica” la necessità dell’intervento dell’igienista.
“Il fatto che il legislatore abbia evidenziato che
l’igienista dentale possa intervenire solo dopo l’indicazione dell’odontoiatra,
e non a seguito di una prescrizione come previsto per altre professioni
sanitarie - continua il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco
Prada - è perchè la prescrizione può essere eseguita a distanza
mentre l’indicazione implica un continuo contatto ed una costante verifica da
parte dell’odontoiatra delle istruzioni date ed eventualmente modificate in
corso d’opera a seconda delle risposte del paziente”.
“Se durante la seduta di igiene il paziente necessita poi
anche di un intervento diretto di competenza odontoiatrica, come ad es. una
anestesia - si chiede il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco
Prada - l’igienista dovrà interrompere la seduta e reinvitare il
paziente nello studio dell’odontoiatra, con il rischio che questo comprometta
la salute stessa del paziente oltre a creargli un indubbio disagio?”.
“L’eventuale autonomia operativa nel proprio studio da parte
dell’igienista dentale, continua il Presidente ANDI, può solo creare
complicazioni e problemi oltre che per il paziente anche per gli igienisti
stessi, che nella maggioranza dei casi vogliono certamente comunque lavorare a
fianco dell'odontoiatra”.
Senza tener conto dell’enorme impegno burocratico che grava
sull’igienista che vuole aprire il proprio studio autonomo: autorizzazioni
sanitarie delle ASL, percorsi formativi in ambito di sicurezza, gestione delle
emergenze mediche, controlli periodici apparecchiature, gestione della
sterilità e del rischio operatorio ed altro ancora.
In merito alle dichiarazioni del presidente AIDI Marialice
Boldi, riportate dal quotidiano online "odontoiatria33",
il Presidente Nazionale ANDI Gianfranco Prada ha inviato una
dura nota ricordando come: “sia per noi imprescindibile considerare la
figura dell'igienista quale parte del team odontoiatrico e priva di possibilità
di autonomia clinica ed operatività, che prescinda della necessaria preventiva
e legalmente indispensabile "indicazione" dell'odontoiatra.
Odontoiatra che resta l'unica figura che, in base alla legge 409/85, è
responsabile delle attività inerenti alla diagnosi ed alla terapia delle
malattie ed anomalie congenite e acquisite dei denti, della bocca, delle
mascelle e dei relativi tessuti, nonché alla prevenzione e alla riabilitazione
odontoiatriche.
Sono pertanto stupito delle Sue dichiarazioni -scrive nella
nota il Presidente Prada- quando, commentando il parere ministeriale afferma,
"Il parere non solo è il riconoscimento alla politica di AIDI ma
soprattutto il riconoscimento della figura centrale dell'igienista dentale
nella tutela e promozione della salute orale degli italiani".
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