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venerdì 21 novembre 2014

Sentenza Emilia e Romagna risposta AIO ANDI

Riflessione
I motivi per cui il TAR dell’Emilia e Romagna ha respinto la richiesta di apertura di uno studio autonomo di igiene orale:
la parola alla professione d’igienista dentale


Leggiamo con grande enfasi gli annunci dell’ANDI, del suo avvocato Valentina Vaccaro e dell’AIO, le due associazioni sindacali che hanno fatto ricorso al TAR per l’apertura dello studio d’igiene autonomo.
Logicamente supportati dalla FENOMCeO quale “casta” e poteri forti!

Leggiamo e scopriamo quanto questi sindacati si siano arroccati in facili e discutibili argomentazioni su una sentenza, alla quale seguirà il ricorso, che interessa solo una Regione e non altro e quanta acredine e PAURA abbiano di una professione che nasce solo ai fini di una vera prevenzione delle patologie del cavo orale (la paura nasce dalla crisi, dai low-cost, dalla sindrome della poltrona vuota, non certo per la centralità del paziente, che avrebbe tutto da guadagnarci!)!

Non pensino, questi soggetti di spaventarci e metterci in condizione di diventare come trent’anni fa, assistenti tutto fare! Noi continueremo ad aprire i nostri studi, come già ce ne sono nel Lazio, nelle Marche, in Puglia, in Sicilia, in Calabria, in Piemonte, in Lombardia nel Trentino Alto Adige e nel Veneto. Per il momento non li apriremo in Emilia e Romagna, a scapito di quei ragazzi laureati ed abilitati alla professione che hanno la sfortuna di abitare in una Regione la quale, invece di proteggere il cittadino dalle strutture low-cost, e dagli odontoiatri culturalmente poco eletti, li protegge da chi vuole fare vera prevenzione per le patologie del cavo orale.
Ci sarà il ricorso e vedremo come andrà a finire!

Noi continueremo nel nostro lavoro, con professionalità e coscienza, come collaboratori negli studi odontoiatrici e come liberi professionisti negli studi autonomi. Continueremo a lavorare per fare vera prevenzione (evidentemente la prevenzione spaventa molto gli odontoiatri!) e continueremo a chiedere nuove competenze con Corsi di Formazione e Master Universitari!
Non ci curiamo di loro, perché non vale la pena. La loro avversione nasce da lontano e noi siamo stanchi di seguire le loro elucubrazioni!




Nonostante questo vogliamo fare una considerazione su quanto scritto dall’Avvocatessa Vaccaro (ANDI)

L’ interpretazione resa dall’avv. Vaccaro mette ancora più in evidenza l’arretratezza culturale della categoria (iscritti ANDI e AIO), il timore nei momenti di crisi profonda e la mancanza di etica nei confronti delle altre professioni sanitarie.
Cosa ci dice l’Avvocato: “In buona sostanza, la circostanza che poi l’igienista dentale sia stata qualificata come professione sanitaria con percorso di laurea breve non ha modificato il fatto che la tale figura possa operare soltanto nell’ambito di una struttura sanitaria autorizzata omissis…….. non ha, cioè, inciso sul rapporto di ausilio dell’igienista nella struttura dell’odontoiatra.
Forse l’avvocato, come l’ANDI e l’AIO dimenticano la differenza tra arte ausiliaria” e “professione sanitaria” come dimenticano che “indicazione” non vuol dire, in italiano ,“stretta collaborazione”, perché altrimenti avrebbero usato termini simili  per le altre professioni sanitarie (prescrizione, vigilanza, ecc.)  per cui ogni loro interpretazione si scontra anche con la più elementare logica lessicale. Non solo, l’avvocato nella sua interpretazione sottolinea: omissis…“che il paziente sia sottoposto a controllo medico preventivo e successivo all’intervento, nonché durante l’opera sia fruibile costantemente l’intervento del medico e/o dell’odontoiatra nella denegata ipotesi in cui insorgessero le suddette complicazioni.” Ciò significa che l’odontoiatra non può muoversi dall’ambulatorio fino a che l’igienista non ha terminato il suo lavoro (FRUIBILE COSTANTEMENTE)….questo sicuramente ha un significato ben preciso con risvolti fiscali e remunerativi,  in quanto l’igienista non è più un soggetto autonomo ma un dipendente “mascherato”, un parasubordinato! Forse questo permetterà agli igienisti dentali di aprire un contenzioso con i “datori di lavoro”….perchè è certo che la categoria non si farà mettere i piedi sopra la testa da persone prive di qualsiasi rispetto per la dignità professionale altrui!
Ultimo, ma non ultimo per rilevanza, la dichiarazione che l’igienista esercita “un intervento di “microchirurgia” che fino a ieri si chiamava “pulizia dei denti” e veniva (e viene, ancora oggi) fatta dall’assistente alla poltrona, per cui è necessaria l’autorizzazione (autorizzazione che non è più necessaria neanche per gli studi odontoiatrici che non praticano la chirurgia)! Oltretutto l’avvocato, o chi per lei, non è a conoscenza che “microchirurgia” non sta ad indicare “chirurgia minore” bensì indica una branca della chirurgia che richiede lavoro di altissima precisione su superfici molto ristrette e l'utilizzo di speciali microscopi operatori. E’ una “chirurgia altamente specializzata”!
Lo scaling e la levigatura radicolare non fanno parte della chirurgia orale, bensì fanno parte della prevenzione e si chiama esattamente “Terapia NON chirurgica”

Detto questo, fortunatamente, non tutti gli odontoiatri sono uguali. Molti di noi lavorano con professionisti di uno spessore culturale elevato e che hanno con gli igienisti un rapporto paritario per cui non solleverebbero mai un tale conflitto, con la certezza che vada tutto a beneficio del Paziente!


Irene Riccitelli Guarrella
Vice Presidente AINOS (Ass. Italiana Narcosi Odontoiatrica e d’Igiene Dentale)
Past Presidente EFDH (Federazione Europea)
Past Presidente AIDI (Ass. Igienisti Dentali Italiani)
Prof. a contr. Università di Ferrara


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