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sabato 12 maggio 2012

Articolo Angelo Mastrillo


UNIVERSITÀ/ Richieste di Regioni e categorie per la programmazione delle lauree delle professioni


Carenza in vista di 8.700 postiServono più infermieri e meno tecnici - In radiologia i maggiori esuberi 
Una carenza di oltre 8.700 posti tra i bandi che l’Università dovrebbe prevedere per il nuovo anno accademico delle 22 pro- fessioni sanitarie (da anni intorno ai 28mila po- sti) e la richiesta delle Regioni. Che a sua volta è di poco diversa numericamente da quella delle categorie professionali.
Questi i dati che emergono dalla raccolta per le procedure degli esami di ammissione ai corsi di laurea delle professioni sanitarie rilevati dal ministero della Salute.
Le novità sono: il pareggio di fabbisogno tra Regioni e categorie a quota 35mila, la maggiore richiesta delle Regioni su infermiere e la sovrasti- ma per i tecnici di radiologia, di laboratorio, di neurofisiopatologia e per ostetrica.
Con questi dati entro il 30 aprile la Stato-Re- gioni dovrebbe determinare il fabbisogno forma- tivo che sarà la base per la successiva ripartizio- ne di corsi e posti per ognuna delle 42 Università con facoltà di Medicina e chirurgia, che emanerà il ministero dell’Università entro fine giugno.
Quest’anno per la prima volta il fabbisogno stimato dalle Regioni (35.650) supera di 921 posti (+2,7%) quello delle categorie (34.729). Un’inversione di tendenza “alterata” però dalla Sicilia che su infermiere ha triplicato il fabbiso- gno da 1.500 a 4.700 (+213%). Differenze tra Regioni e categorie che non hanno alcuna inci- denza sull’offerta formativa delle Università, in- feriore di oltre 8mila posti (-22%) e quasi tutti su infermiere (8.194, -34%). Infatti anche se il po- tenziale formativo delle Università deve essere ancora definito, difficilmente si potranno attende- re aumenti rispetto ai 28.142 posti a bando 2010 e i 27.120 del 2011.
La sottostima delle Regioni, oltre all’infermie- re, riguarda la maggioranza delle professioni: educatore 650 su 1.229 richiesti dalla categoria (-47%), terapista occupazionale 263 su 600 (-56%), assistente sanitario 293 su 351 (-41%), audioprotesista 239 su 465 (-49%), igienista den- tale 553 su 723 (-24%) e a seguire tutte le altre, con valori inferiori.
Al contrario, per quanto riguarda l’esubero delle Regioni rispetto alle categorie, con valori superiori al 20%, le professioni interessate sono 4: tecnico di radiologia da 973 a 1.332 delle Regioni, con surplus di 359 (+37%), ostetrica da 816 a 1.091, con differenza di 275 (+34%) e
Carenze ed esuberi Regione per Regione
In generale, dal punto di vista statistico, per tutte le 22 professioni, la differenza delle Regioni rispetto alle categorie che è di 921 (+2,7%) si riferisce ai 2.929 in carenza e ai 3.850 in esube- ro.
Sarebbero due le ragioni della mancata corri- spondenza tra le parti: scarse consultazioni e assenza di criteri uniformi (v. «Il Sole-24 Ore Sanità» n. 9/2007).
Rispetto ai criteri sono anni che il ministero della Salute invita le Regioni ad «assicurare l’uni- formità e la sistematicità della metodologia di rilevazione ed esplicitare i principali indicatori utilizzati (turn-over, tassi di occupazione, perso- nale in formazione)».
Indicazioni che la Conferenza delle Regioni aveva recepito lo scorso anno con l’impegno di «attivare criteri rigorosi e condivisi di analisi del fabbisogno». Ma anche stavolta alcune Regioni non considerano le proposte che le categorie avanzano autonomamente né avviano gli incon- tri di consultazione. Se da una parte si distingue in positivo, a esempio, la Lombardia che per prima ha attivato da 5-6 anni periodiche consulta- zioni, separate e congiunte, con le categorie e con le Università, altrettanto non si può dire per altre Regioni che non prevedono alcun tipo di consultazione con le categorie, tra cui Lazio e Basilicata.
Come conseguenza delle mancate consultazio- ni o di divergenze fra categorie e Regioni si rilevano differenze anche sproporzionate e quasi sempre riguardano a infermiere. Con valori di sottostima che vanno oltre il -25%, come per la Sardegna con 595 della Regioni sui 1.070 delle categorie (-44%), Friuli con 525 rispetto a 805 (-35%), Puglia con 1.230 rispetto a 1.634 (-25%), Toscana con 2.165 della Regione e 2.882 delle categorie (-25%), Umbria 445 contro 606 (-27%). Al contrario per l’esubero delle Re- gioni, quello maggiore riguarda appunto la Sici- lia: i 5.470 posti della Regione che sono superio- ri di 3.406 (+165%) ai 2.064 delle categorie.
Angelo Mastrillo
Segretario Conferenza dei corsi di laurea professioni sanitarie Esperto Osservatorio formazione universitaria professioni sanitarie © RIPRODUZIONE RISERVATA

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