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lunedì 14 maggio 2012

Lettera dimissioni dall'AIDI di Irene Riccitelli Guarrella

Su richiesta di diversi colleghi che hanno letto la lettera della Ferraroni, mi si è chiesto di capire i motivi che mi hanno spinto alle dimissioni dopo tanti anni nell'AIDI. Pubblico solo la lettera delle mie dimissioni. Per ora. Sperando di non avere più motivi per tornarci sopra con i commenti.



Senigallia 12/11/2011                                                                   


                                                           Irene Riccitelli Guarrella
                                                                           Presidente Onorario AIDI dal 1982
                                                                                           Past  Presidente AIDI
                                                                                           Past Tesoriere   EFDH
                                                                                           Past Presidente EFDH

Alla c.a.
Presidente Dottt.ssa Marialicia Boldi
Direttivo AIDI
p.c. Collegio dei Revisori
p.c. Collegio dei Probiviri
p.c. Past Presidente Prof. Gianna Nardi
p.c. Past Presidente Dott.ssa Anna Maria Genovesi
p.c. Presidenti Regionali


Con rammarico e delusione presento le mie dimissioni come socio AIDI e riconsegno la tessera n.3 alla segreteria organizzativa.

Non è mia facoltà rinunciare al prestigio di Presidente Onorario conferitomi, per meriti scientifici, dal Prof. Domenico LaForgia e dal Presidente Gianna Nardi, nell’anno seguente l'istituzione dell’associazione.

Penso di dover giustificare il mio agire, attraverso una dettagliata disamina che deve essere messa agli atti per poter essere letta da qualsiasi socio ne voglia fare richiesta.
Lo devo a quanti mi hanno sostenuto e stimato in questi anni per l'attività da me svolta nell'AIDI.

Penso di avere dato tutto quello che era nelle mie possibilità per far nascere e crescere un'associazione alla quale ho dedicato parte della mia vita (trent'anni e più). Con Gianna Nardi abbiamo desiderato un'associazione che, oltre all'ambizioso progetto di far riconoscere una professione molto osteggiata, aspirasse a ottenere dignità professionale attraverso il conseguimento del titolo di laureato; desideravamo un sindacato che portasse avanti non solo le istanze dei nostri soci, ma della professione tutta; un sindacato che ci tutelasse nello svolgimento della professione affinché potessimo svolgere il nostro lavoro in modo autonomo, senza vincoli di alcun tipo (il riconoscimento giuridico, l'autonomia decisionale, l'anestesia, le radiografie, ecc, ecc.), in modo corretto e rigoroso.

Quasi tutto è stato raggiunto, nonostante fossimo “quattro gatti”, come dice il presidente Boldi.
Tutto questo, giorno dopo giorno, l'abbiamo ottenuto per una credibiltà spesa sul territorio con le Istituzioni, con i Ministeri, con gli stessi “avversari” medici, senza mai esporci politicamente o piegarci a compromessi che non rientravano in quei principi di correttezza che c’eravamo prefissi e avrebbero dovuto guidare ogni nostra decisione.

In questo percorso mi sono assunta le mie responsabilità, mettendoci il nome e la faccia!

Il congresso di quest'anno, che ha sancito il traguardo dei trent'anni ha visto, non solo tagliare via tutta la storia dell’AIDI, ma ha visto spegnersi quel sorriso che doveva illuminarci.
L’attuale direttivo (dopo il triennio 2004/2007 che avrebbe dovuto insegnare qualcosa), ha concretamente sancito la fine di questo sindacato.
Non solo ha commesso errori di strategia, di trasparenza, di obiettività e, al contrario di ogni logica sindacale, ha messo quest’associazione in una posizione di grande difficoltà per la perdita di affidabilità nei confronti delle stesse istituzioni.

Non si può essere rappresentati da un direttivo che non ha in considerazione altri che se stessi, il quale arriva a cambiare lo statuto senza avvertire e chiarire, preventivamente, le reali motivazioni del cambiamento (meno di 20 persone presenti in assemblea per votare); non si può essere tutelati da un direttivo che dichiara di aver tenuto una convocazione straordinaria in “conference-call”, senza aver inviato una mail urgente (possibilmente PEC), come da statuto, per ottenere una delibera vessatoria e allucinante, pur di mettere in difficoltà un associato!
Non si può essere rappresentati da un direttivo che non comprende l'importanza del vero sindacato; un direttivo dove c'è chi decide e altri eseguono perché il Presidente si circonda solo esclusivamente di yes man asserviti; un direttivo che, nel verbale di un commissariamento, non ha avuto il coraggio di scrivere le motivazioni del dissenso e intima di tacere a chi vuole dissentire.
E’ un direttivo che non va da nessuna parte.
Troppe chiacchiere, troppi soprusi, troppe epurazioni, troppe le divisioni.
I libretti sull'etica si scrivono, ma prima dobbiamo averli elaborati dentro di ognuno di noi. Se no, rimangono carta straccia!

Personalmente, anche se è ben poca cosa, non mi sento rappresentata e tutelata da questo direttivo. Questo è un direttivo che non tutela nessuno. Tutela e protegge solo se stesso e, per giustificare le proprie mancanze, non sa assumersi le proprie responsabilità, creandosi alibi assolutamente artefatti e rimaneggiati.

Questo è un direttivo che, se volesse il bene dell'AIDI, dovrebbe avere il coraggio di dimettersi.

Per tutto ciò che ho sopra esposto, so benissimo che questa mia sarà letta con un'alzata di spalle e, sicuramente, con grande sollievo. Sono anche consapevole che, immancabilmente, riceverò solo la risposta del Presidente, la quale sarà stilata per accettare le mie dimissioni (che sono irrevocabili) e anche per aggredire e denigrare.
Ritengo comunque che, per il percorso da me fatto nell’AIDI, questo è quanto dovevo per trasparenza e coerenza.

Irene Riccitelli Guarrella
Past Presidente AIDI
Past Presidente EFDH



               

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