Su richiesta di diversi colleghi che hanno letto la lettera della Ferraroni, mi si è chiesto di capire i motivi che mi hanno spinto alle dimissioni dopo tanti anni nell'AIDI. Pubblico solo la lettera delle mie dimissioni. Per ora. Sperando di non avere più motivi per tornarci sopra con i commenti.
Senigallia
12/11/2011
Irene Riccitelli Guarrella
Presidente
Onorario AIDI dal 1982
Past Presidente AIDI
Past Tesoriere EFDH
Past
Presidente EFDH
Alla c.a.
Presidente Dottt.ssa Marialicia
Boldi
Direttivo AIDI
p.c. Collegio dei Revisori
p.c. Collegio dei Probiviri
p.c. Past Presidente Prof.
Gianna Nardi
p.c. Past Presidente Dott.ssa
Anna Maria Genovesi
p.c. Presidenti Regionali
Con
rammarico e delusione presento le mie dimissioni come socio AIDI e riconsegno
la tessera n.3 alla segreteria organizzativa.
Non
è mia facoltà rinunciare al prestigio di Presidente Onorario conferitomi, per
meriti scientifici, dal Prof. Domenico LaForgia e dal Presidente Gianna Nardi,
nell’anno seguente l'istituzione dell’associazione.
Penso di dover giustificare il
mio agire, attraverso una dettagliata disamina che deve essere messa agli atti
per poter essere letta da qualsiasi socio ne voglia fare richiesta.
Lo devo a quanti mi hanno
sostenuto e stimato in questi anni per l'attività da me svolta nell'AIDI.
Penso di avere dato tutto quello
che era nelle mie possibilità per far nascere e crescere un'associazione alla
quale ho dedicato parte della mia vita (trent'anni e più). Con Gianna Nardi
abbiamo desiderato un'associazione che, oltre all'ambizioso progetto di far
riconoscere una professione molto osteggiata, aspirasse a ottenere dignità
professionale attraverso il conseguimento del titolo di laureato; desideravamo
un sindacato che portasse avanti non solo le istanze dei nostri soci, ma della
professione tutta; un sindacato che ci tutelasse nello svolgimento della
professione affinché potessimo svolgere il nostro lavoro in modo autonomo,
senza vincoli di alcun tipo (il riconoscimento giuridico, l'autonomia
decisionale, l'anestesia, le radiografie, ecc, ecc.), in modo corretto e
rigoroso.
Quasi tutto è stato raggiunto, nonostante
fossimo “quattro gatti”, come
dice il presidente Boldi.
Tutto questo, giorno dopo
giorno, l'abbiamo ottenuto per una credibiltà spesa sul territorio con le
Istituzioni, con i Ministeri, con gli stessi “avversari” medici, senza mai esporci politicamente o piegarci a compromessi che non rientravano in quei
principi di correttezza che c’eravamo prefissi e avrebbero dovuto guidare ogni
nostra decisione.
In questo percorso mi sono
assunta le mie responsabilità, mettendoci il nome e la faccia!
Il congresso di quest'anno, che
ha sancito il traguardo dei trent'anni ha visto, non solo tagliare via tutta la
storia dell’AIDI, ma ha visto spegnersi quel sorriso che doveva illuminarci.
L’attuale direttivo (dopo il
triennio 2004/2007 che avrebbe dovuto insegnare qualcosa), ha concretamente
sancito la fine di questo sindacato.
Non solo ha commesso errori di
strategia, di trasparenza, di obiettività e, al contrario di ogni logica
sindacale, ha messo quest’associazione in una posizione di grande difficoltà
per la perdita di affidabilità nei confronti delle stesse istituzioni.
Non si può essere rappresentati
da un direttivo che non ha in considerazione altri che se stessi, il quale
arriva a cambiare lo statuto senza avvertire e chiarire, preventivamente, le
reali motivazioni del cambiamento (meno di 20 persone presenti in assemblea per
votare); non si può essere tutelati da un direttivo che dichiara di aver tenuto
una convocazione straordinaria in “conference-call”, senza aver inviato una
mail urgente (possibilmente PEC), come da statuto, per ottenere una delibera
vessatoria e allucinante, pur di mettere in difficoltà un associato!
Non si può essere rappresentati
da un direttivo che non comprende l'importanza del vero sindacato; un direttivo
dove c'è chi decide e altri eseguono perché il Presidente si circonda solo
esclusivamente di yes man asserviti; un direttivo che, nel verbale di un
commissariamento, non ha avuto il coraggio di scrivere le motivazioni del
dissenso e intima di tacere a chi vuole dissentire.
E’ un direttivo che non va da
nessuna parte.
Troppe chiacchiere, troppi
soprusi, troppe epurazioni, troppe le divisioni.
I libretti sull'etica si
scrivono, ma prima dobbiamo averli elaborati dentro di ognuno di noi. Se no,
rimangono carta straccia!
Personalmente, anche se è ben
poca cosa, non mi sento rappresentata e tutelata da questo direttivo.
Questo è un direttivo che non tutela nessuno. Tutela e protegge solo se stesso e, per giustificare le proprie
mancanze, non sa assumersi le proprie responsabilità, creandosi alibi
assolutamente artefatti e rimaneggiati.
Questo è un direttivo che, se
volesse il bene dell'AIDI, dovrebbe avere il coraggio di dimettersi.
Per tutto ciò che ho sopra
esposto, so benissimo che questa mia sarà letta con un'alzata di spalle e, sicuramente,
con grande sollievo. Sono anche consapevole che, immancabilmente, riceverò solo la risposta del Presidente, la quale
sarà stilata per accettare le mie dimissioni (che sono irrevocabili) e anche per aggredire e denigrare.
Ritengo comunque che, per il
percorso da me fatto nell’AIDI, questo è quanto dovevo per trasparenza e
coerenza.
Irene Riccitelli Guarrella
Past Presidente AIDI
Past Presidente EFDH
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