Professioni sanitarie. Conaps risponde a Proia:
“Bene. Ma vogliamo ampie modifiche”
“Siamo
disponibili al dialogo ma vogliamo ampie modifiche”. Così il presidente del
Conaps, Antonio Bortone, ha risposto al messaggio inviato
da Saverio Proia, coordinatore del tavolo ministero-regioni per la
ridefinizione delle competenze delle diverse professioni sanitarie.
16 MAG. - “Errore, fretta,
incomprensione, documento aperto, bozza. Parole chiave da parte del ministero
della Salute”. Così il presidente Conaps, Antonio Bortone, ha commentato il messaggio che Saverio Proia, coordinatore
del tavolo ministero-regioni per la ridefinizione delle competenze delle
diverse professioni sanitarie, ha inviato oggi
all’Assemblea dei quadri Conaps (Coordinamento nazionale delle professioni
sanitarie) in svolgimento a Bologna nell'ambito di Exposanità, a cui si sono
aggiunge le dichiarazioni di Santina Amicone, direttore vicario della Direzione
Generale delle professioni sanitarie al Ministero della Salute, presente a
Bologna.
Il messaggio di Proia ha aperto il dibattito organizzato dal Conaps
stamani e dedicato proprio alle indicazioni ministeriali diffuse recentemente
in cui, secondo il Conaps, veniva attribuito all’area infermieristica “un
eccesso di competenze, da qualcuno definito senza mezze parole 'furto'”.
“Infermieri peraltro – sottolinea il Conaps - non coinvolti ufficialmente al
tavolo ministeriale di cui continuano a non essere noti i criteri con cui sono
coinvolte le professioni”.
Un allarme, dal momento che al tavolo tecnico a
breve saranno analizzate anche altri cinque profili sanitari, anche questi
scelti senza conoscere il criterio di priorità: Fisioterapisti, Tecnici
Audiometristi e Audioprotesisti, Tecnici sanitari di radiologia medica e
Tecnici di laboratorio biomedico.
Atteso ora un nuovo documento di
‘spiegazione’ non ben definito. Ma intanto quelle “parole chiave” hanno
consentito un proficuo chiarimento tra le parti.
"Abbiamo visto con molta
attenzione questo processo – spiega Bortone – perché di fatto rappresenta un
progetto, anzi una 'idea progettuale', coerente con il momento storico e con il
panorama giuridico. Manca solo l'istituzione degli ordini professionali, ma
questo non è oggi in discussione, anche se, volendo seguire l'esempio europeo,
dovrebbe essere stato istituito da anni”.
Bortone però ha ribadito la “forte
dissintonia nei contenuti e soprattutto nella scelta metodologica, che ha
tenuto all'oscuro le professioni. Per questo il prodotto finale era incoerente
con l'idea d’origine. Qui abbiamo letto non sovrapposizione ma dissolvenza in
una nuova figura 'totipotente'. Se avevamo capito male, ecco qui l'occasione di
chiarirci. Infatti il nostro intento non è di far naufragare questo processo,
in quanto vetusti resistenti al cambiamento, ma di essere attivi e proattivi
con le istituzioni, come già accaduto 18 anni fa alla stesura dei profili
professionali. Abbiamo una forte esperienza di lavoro con il ministero,
partiamo da qui, ma sappiamo che il Ministero deve essere arbitro competente,
presente e disponibile al confronto. Altrimenti la confusione regnerà
sovrana".
"Con questa nostra presenza – ha spiegato Santina Amicone,
direttore vicario della Direzione Generale delle professioni sanitarie al
Ministero della Salute, presente oggi all'evento – intendiamo sgombrare il
campo da dubbi sulla nostra iniziativa. Abbiamo operato d'urgenza su espressa
richiesta delle Regioni e del territorio. Il Sistema sanitario nazionale ha
difficoltà ad identificare con correttezza le competenze e gli sviluppi che vi
sono stati nelle professioni. In alcune situazioni per sopperire a determinate
necessità le Aziende e gli ospedali ricorrono a figure improprie rispetto al
ruolo da coprire. Questo non giustifica le aziende, anzi, noi condanniamo
questi comportamenti perché oggi le professioni hanno tutte posizioni di
responsabilità. Dunque il ministero ha colto la palla al balzo, anche in
considerazione di alcune 'fughe in avanti' di alcuni modelli organizzativi
Regionali”.
“Non vi era alcuna intenzione – ha precisato Amicone - di non
coinvolgere le professioni, siamo solo partiti da un'ottica diversa: quella di
produrre un documento, che fosse una bozza, una base di lavoro trasmessa alle
professioni, alle organizzazioni sindacali, ai medici, ed ancora oggi non è un
documento chiuso. L'errore, se così si può definire, è che non è stata data una
chiave di lettura”.
Ora il ministero attende le osservazioni delle varie
professioni. “La nostra presenza qui – ha sottolineato il direttore vicario
della Direzione Generale delle professioni sanitarie al Ministero della Salute
- intende dimostrare ampia disponibilità a correggere il documento inviato. Il
lavoro del tavolo tecnico, inoltre, ha riguardato in particolare gli infermieri,
ma sono già stati individuati altri cinque profili da analizzare.
Fisioterapisti, Tecnici Audiometristi e Audioprotesisti, Tecnici sanitari di
radiologia medica e Tecnici di laboratorio biomedico. Presto invieremo un nuovo
documento con molti punti di chiarimento”.
“Le professioni sanitarie – ha
concluso Antonio Bortone – devono essere percepite come una opportunità, non
sono associazioni lobbistiche e autoreferenziali. Noi siamo altra cosa, e forse
è per questo che non riusciamo ad ottenere gli ordini professionali come nel
resto d'Europa".
16 maggio 2012
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