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mercoledì 21 marzo 2012

Atto del Senato 14 Settembre


Atto Senato n. 1142
XVI Legislatura Dati generali
Titolo breve: Professioni sanitarie Iter
14 settembre 2011: all'esame dell'assemblea Dal questa data sul DL 1142 si è bloccata ogni
discussione.
Iniziativa Parlamentare
Rossana Boldi (LNP) Natura
ordinaria
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Istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico - sanitarie e della prevenzione
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Successione delle letture parlamentari
S.1142 all'esame dell'assemblea 14 settembre 2011
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Seguito della discussione dei disegni di legge:
(1142) BOLDI ed altri. - Istituzione degli ordini e albi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione
(573) CAFORIO ed altri. - Nuove norme in materia di ordini ed albi delle professioni
sanitarie infermieristiche, ostetrica, riabilitative, tecnico-sanitarie e della prevenzione
(Relazione orale)
PRESIDENTE. Riprende la discussione generale sospesa nella seduta di ieri.
D'AMBROSIO LETTIERI (PdL). La decisione di istituire nuovi ordini ed albi professionali non contrasta affatto, come sostenuto nel corso del dibattito, con la previsione, inserita nell'ultima manovra economica, che entro 12 mesi gli ordinamenti professionali siano riformati per rimuovere i
vincoli che ostacolano la libera concorrenza. Opportunamente, infatti, è stabilito che quella norma non si applica alle professioni del comparto sanitario e comunque, se non pone vincoli troppo stringenti, la regolamentazione di attività professionali in ordini ed albi non comporta necessariamente ostacoli alla libera concorrenza. Le professioni intellettuali, d'altro canto, hanno particolari caratteristiche: sono attività economiche ma non d'impresa, che costituiscono
obbligazioni di mezzi e non di risultato, ispirate a principi di autonomia, indipendenza e responsabilità diretta dell'erogatore della prestazione e che prevedono l'instaurazione di un rapporto fiduciario e personale con il fruitore del servizio. Queste attività non possono piegarsi solo alle logiche di mercato, poiché occorre salvaguardare la collettività mediante una puntuale vigilanza
sull'appropriatezza, l'efficienza e l'adeguatezza delle prestazioni erogate. Per evitare che gli ordini degli esercenti le professioni sanitarie siano percepiti come strutture corporative e autoreferenziali, occorre dunque riformare il loro sistema normativo, ormai vecchio e inadeguato. Con il testo in esame si stabilisce che gli statuti siano ispirati a principi di democraticità nelle procedure di elezione degli organi, di leale collaborazione con lo Stato e gli altri enti pubblici, di trasparenza delle azioni intraprese; sono inoltre stabiliti i requisiti per l'iscrizione agli albi e previste modalità di accertamento dei saperi. Si consente agli ordini di svolgere una funzione di verifica del rispetto dei
codici deontologici, al fine di combattere il purtroppo diffuso fenomeno dell'abusivismo
professionale. Il compito di evitare disparità tra vecchi e nuovi ordinamenti delle professioni sanitarie spetterà al Governo, che a tal fine potrà esercitare l'apposita delega prevista nel disegno di legge n. 4274, in discussione presso la XII Commissione della Camera. Per tutte queste motivazioni, è opportuno procedere all'approvazione del testo in esame, al termine di
un'approfondita e serena riflessione. (Applausi dal Gruppo PdL. Congratulazioni).
PERDUCA (PD). Il disegno di legge in esame, che avrebbe dovuto vedere un maggior coinvolgimento delle Commissioni 1a e 5a, le quali si sono invece limitate all'enunciazione di un
parere, prevede la costituzione di numerosi ordini professionali e relativi albi, con ciò muovendosi in aperto contrasto con la recente manovra approvata, la quale ha inteso rafforzare il principio di libertà di impresa e le garanzie della concorrenza; né convincono le rassicurazioni di chi sostiene che i nuovi ordini saranno successivamente organizzati e regolamentati in maniera da rispettare i
principi di trasparenza e libertà di accesso alle professioni. Il provvedimento, di stampo chiaramente corporativo e dunque oggetto di un giudizio che non può che essere negativo, necessita di un rinvio e di un maggior approfondimento nelle Commissioni competenti, eventualmente anche affrontando l'annosa questione della perdurante validità del valore legale del titolo di studio, che emerge peraltro con forza all'articolo 19, laddove si prevede la possibilità di
riscattare i periodi di studio per il conseguimento di taluni attestati di abilitazione a professioni sanitarie, a prescindere dal conseguimento effettivo del titolo di studio di istruzione secondaria
superiore. (Applausi dei senatori Nerozzi e Leddi).
DE LILLO (PdL). Il provvedimento è atteso da tempo da numerose categorie rappresentative di professioni sanitarie bisognose di inquadramento e di regolamentazione e sbaglia chi sostiene che esso sia esclusivamente volto a tutelare interessi di natura corporativistica. Verrà infatti garantita
l'applicazione di principi deontologici ed etici convalidati, nel pieno interesse del cittadino utente; l'obbligatorietà dell'iscrizione all'albo professionale sarà tale da certificare ai pazienti che il professionista è provvisto delle competenze necessarie e abilitato all'esercizio della professione. L'iscrizione all'albo costituirà un valido ed efficace strumento per la lotta all'erogazione di numerose prestazioni sanitarie da parte di soggetti sprovvisti di competenza e di titolo scientifico. Oltre ad
una maggiore dell'autonomia delle singole professioni, per effetto della nuova normativa sarà possibile conseguire anche una migliore organizzazione territoriale nell'erogazione delle prestazioni sanitarie, con conseguente risparmio di risorse economiche, nonché più efficaci percorsi di formazione professionale predisposti dai singoli ordini a favore dei propri iscritti. La
regolamentazione delle professioni sanitarie emergenti risponde quindi ad esigenze di equità ed efficienza e deve essere inserita in una revisione completa delle strutture ordinaristiche, volta a
modernizzare il sistema delle professioni. (Applausi dal Gruppo PdL e della senatrice Boldi). Presidenza del presidente SCHIFANI
RUTELLI (Per il Terzo Polo:ApI-FLI). Il provvedimento in esame non è in accordo con altre misure in discussione in ambito economico, né con la manovra appena approvata dal Senato, in cui il Governo ha affermato che l'accesso alle professioni deve diventare uno dei principali strumenti per
dare impulso alla crescita economica del Paese; appare pertanto opportuno sospendere l'esame del disegno di legge e sottoporlo a una nuova riflessione. Sono centinaia le nuove professioni che non possono essere regolamentate con uno strumento vecchio e sorpassato come quello ordinistico, che non risponde alle esigenze di un mondo fortemente cambiato; è inoltre impensabile continuare l'esame del provvedimento come se il Paese non si trovasse nel mezzo di una crisi economica e sociale che impone di rivedere l'intero sistema ordinistico. Le esigenze sottese al provvedimento in
esame sono reali, perché è vero che in ambito sanitario molti soggetti esercitano la professione in modo abusivo, a discapito della dignità della professione e della tutela dell'utente. Serve dunque una regolamentazione più leggera, che dia garanzia circa la deontologia degli operatori, fornisca una presa d'atto e un controllo di qualità sulla formazione seguita. È necessario riformare le professioni perché il mondo è cambiato, ma è difficile farlo per le resistenze dei professionisti dei
vari settori presenti in Parlamento. Peraltro, sia l'Antitrust che le istituzioni europee si sono espresse contro l'istituzione di nuovi ordini professionali perché determina limitazioni della concorrenza, si ripercuote sulla qualità dei servizi e fa lievitare i prezzi. (Applausi dai Gruppi Per il Terzo Polo: ApI-FLI, UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI e PD. Congratulazioni).
VIESPOLI (CN-Io Sud-FS). È opportuno individuare un punto d'incontro organico tra gli indirizzi contenuti dalla manovra economica in tema di liberalizzazioni e le esigenze poste dagli operatori del settore in tema di contrasto all'esercizio abusivo delle professioni sanitarie e riconoscimento del nuovo percorso formativo da essi seguito. Al Presidente del Senato va affidata una scelta procedurale che consenta di salvaguardare il lavoro fatto, evitando però di incorrere in un'autoreferenzialità settoriale che impedisce di affrontare la questione in maniera più complessiva, garantendo però al contempo coerenza legislativa e modernizzazione del Paese. Serve dunque un
approfondimento del provvedimento con la buona fede di chi ritiene necessario un intervento
riformatore. (Applausi dal Gruppo CN-Io Sud-FS).
CALABRO' (PdL). Deposita il testo del suo intervento affinché sia pubblicato in allegato ai Resoconti
della seduta odierna (v. Allegato B).
PRESIDENTE. Dichiara chiusa la discussione generale.
BIANCONI, relatrice. Il provvedimento, d'iniziativa parlamentare ed ampiamente condiviso,
rappresenta una risposta della politica alle istanze degli operatori del settore che da lunghissimo tempo chiedono un riconoscimento delle loro professionalità. La soluzione dei problemi delle
professioni sanitarie non mediche non va lasciata al libero mercato, anche perché la Commissione europea non ha mai pensato di liberalizzare il comparto e il Governo aveva affermato che le professioni sanitarie erano escluse dal processo di liberalizzazione. Gli ordini configurati non
determinerebbero un blocco all'ingresso nelle professioni, anche perché non è necessario un esame d'accesso in quanto è abilitante il conseguimento delle lauree prescritte. Tuttavia, essendo stata riscontrata la possibilità di un conflitto di competenza in materia di sanzioni, sarebbe opportuno
sospendere l'esame del provvedimento da parte dell'Assemblea per il tempo necessario a individuare una soluzione per il problema ravvisato. (Applausi dai Gruppi PdL e LNP).
PRESIDENTE. Prende atto della richiesta della relatrice; poiché non si fanno osservazioni accoglie la
richiesta di rinviare il seguito dell'esame del provvedimento da una data che verrà fissata dalla Conferenza dei Capigruppo.

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